Enrico Mattei: il Personaggio

Nel 1906 nasceva ad Acqualagna (Pesaro) Enrico Mattei, secondo di cinque figli, figura centrale nella storia del sistema industriale nazionale e internazionale. La famiglia è modesta, il padre brigadiere dei carabinieri. Con la promozione del capofamiglia a maresciallo i coniugi Mattei si trasferiscono a Matelica in provincia di Macerata. Finite le scuole elementari, Enrico entra in collegio a Vasto, dove frequenta la scuola tecnica inferiore. Le ristrettezze della famiglia e la rigida disciplina imposta dal padre lo spingono a cercare subito una sua autonomia, anche economica. Il padre lo fa assumere nella fabbrica di letti di Scuriatti come verniciatore di letti di metallo, nel 1923 entra come garzone alla Conceria Fiore. La carriera di Mattei nell'Azienda è rapida: prima operaio, poi aiutante chimico, infine, a soli vent'anni, direttore del laboratorio.

Nel 1927, compiuto il servizio militare, torna a Matelica e diventa collaboratore principale del padrone della Conceria. Presto cominciano a sentirsi gli effetti della crisi economica generale e gli affari iniziano ad andare male. Nel 1929 la Conceria Fiore chiude, Mattei si trasferisce a Milano dove continua la sua attività industriale aprendo assieme alla sorella e al fratello la sua prima fabbrica, un piccolo laboratorio di oli emulsionanti per l'industria conciaria e tessile. Nel 1934 fonda l'industria Chimica Lombarda.

Si unisce in matrimonio con Greta Paulas, nel 1936, a Vienna. Mattei si diploma ragioniere e si iscrive all'Università Cattolica. Nel maggio 1943 incontra Giuseppe Spataro attraverso il quale entra in contatto con i circoli antifascisti milanesi. Dopo il 25 luglio si unisce, assieme a Boldrini, ai gruppi partigiani operanti sulle montagne circostanti Matelica. Tornato a Milano riprende i contatti con la Dc locale che lo nomina, per le sue doti organizzative più che militari, comandante del Corpo volontari per la libertà. Viene creato, nel 1944, un Comando militare Alta Italia del CLNAI di cui Enrico Mattei fa parte per la DC.

Nei giorni successivi alla tormentata fine della guerra civile in Italia viene incaricato di liquidare le attività dell'Agip e di provvedere alla sostanziale privatizzazione degli asset energetici. Mattei sceglie di disattendere questa indicazione, per conseguire un obiettivo che riteneva fondamentale: garantire al Paese un'impresa energetica nazionale, in grado di assicurare quanto serviva ai bisogni delle famiglie e allo sviluppo della piccola e media impresa a prezzi più bassi rispetto a quelli degli oligopoli internazionali.

Raddoppiò la perforazione dei pozzi, sfruttò al meglio la ricerca mineraria nella Valle Padana, scelse le alleanze necessarie dentro il governo e ai partiti che lo sostenevano per realizzare quanto aveva in mente. Ci riuscì con l'istituzione, nel 1953 dell'Eni - dopo una lunga e travagliata discussione - iniziata nel 1947, tra chi sosteneva ad oltranza l'iniziativa privata e quanti erano fautori di una forte presenza dello Stato nell'economia. Mattei riuscì ad affermare il ruolo strategico dell'energia nello sviluppo economico italiano e a ispirare fiducia nel possibile miracolo dell'indipendenza energetica.

Fu abile nel costituire una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale e questo divenne uno dei punti di forza che la società, oltre gli interessi specifici, seppe offrire all'azione diplomatica dell'Italia. Fu tra i primi a coltivare lo spirito di frontiera e il rispetto delle culture diverse.  Il 27 ottobre 1962 il suo aereo proveniente da Catania e diretto a Linate precipita in circostanze mai del tutto chiarite nella campagna di Bascapè (Pavia). Muoiono il presidente dell'Eni, il pilota Irnerio Bertuzzi, e il giornalista americano William Mc Hale.

È l’uomo più potente del dopoguerra italiano, l’ispiratore di una visione modernissima dell’economia e della politica e tra i maggiori artefici della ricostruzione italiana. L’avventura di Mattei nel mondo dell’energia inizia il 28 aprile del 1945 con la nomina a Commissario Generale dell’Agip. In questo arco di tempo l’Italia si lascia alle spalle le macerie della guerra e si avvia a diventare una Paese avanzato. Un risultato straordinario che molto deve proprio all’intraprendenza di Enrico Mattei, soprannominato “il petroliere senza petrolio”. Per alcuni è solo uno spregiudicato avventuriero, per altri, invece, un patriota che sogna un futuro migliore per l’Italia. Quando viene nominato Commissario Generale, l’Agip è un ente pubblico fascista in liquidazione considerato un carrozzone dispendioso e improduttivo. Mattei comprende che ci sono molte potenzialità nel sottosuolo italiano e che l’apparato tecnologico dell’azienda nonostante tutto è estremamente valido. È convinto che non possa esserci indipendenza politica senza indipendenza economica e che questa passi necessariamente dal controllo strategico delle risorse energetiche.

Mattei riuscì a costruire intorno alla sua figura un'aura mitica. Fu abile nel costituire una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale e questo divenne uno dei punti di forza che la società, oltre gli interessi specifici, seppe offrire all'azione diplomatica dell'Italia. Fu tra i primi a coltivare lo spirito di frontiera e il rispetto delle culture diverse. Mattei aveva chiaro che non era  possibile fare strategia internazionale senza conoscere bene i singoli territori su cui si andava ad esplorare. La diversità Eni fu per anni una sorta di eccezione, un'impresa che compiva scelte diverse da quelle della maggioranza dei suoi concorrenti, tanto da sfidare il buon senso comune. Mattei è stato il simbolo di un modo di pensare l'Italia, abbastanza visionario da riuscire a trasformare una nazione sconfitta e contadina in un Paese avanzato con una forte industria energetica.Un modo di pensare e di agire ostacolato da numerosi oppositori alla nazionalizzazione dell’industria energetica, interni ed esterni. Mattei tuttavia non si lascia intimidire dalle pressioni internazionali. Nel 1953 il Senato approva la legge che istituisce l’Eni, l’Ente Nazionale Idrocarburi e lui ne diventa Presidente. In pochi anni trasforma un’azienda destinata al fallimento in una solida impresa di Stato. Passione, visione strategica, innovazione: gli ideali che Enrico Mattei ha trasmesso a Eni hanno portato la Società a crescere fino a diventare la sesta compagnia petrolifera mondiale.

Video RAI Storia, http://www.storia.rai.it/articoli-programma/enrico-mattei/23863/default....